Isola di Panarea: una storia cominciata mooolto tempo fa…

L’isola di Panarea è stata abitata in epoca preistorica, come dimostra il villaggio dell’età del Bronzo (XIV secolo A.C.) sul promontorio Milazzese s sud dell’isola. (Vedi foto sottostante)

I resti del villaggio preistorico a Cala Junco (foto Adam Butler)

 
 
La particolare situazione di questo luogo, vicino al mare e protetto da ripida scogliera sul mare – quindi facilmente difendibile – lo rendeva un luogo ideale per le abitazioni dell’insediamento: nei resti delle venti abitazioni di questo villaggio preistorico, sono stati trovati materiali originali micenei, testimonianza del ruolo svolto, anche nell’antichità, dall’arcipelago delle Eolie, al centro delle principali rotte commerciali del Mediterraneo.
Nei tempi antichi troviamo diversi nomi per Panarea, Euonymos (ovvero: “che è a sinistra”, andando da Lipari alla Sicilia) e Hycesia (la supplice). Poi è apparso Panaraion (distrutta) e poi passare alla Pagnaria (la maledetta), quindi Panaria e infine Panarea.
Per il resto, l’isola di Panarea condivide la storia di altre Eolie e in particolare quella di Lipari. Abitata fin dal neolitico, nel periodo compreso tra il VII e il VI secolo aC. DC, le isole erano preda di incursioni regolari dagli Etruschi fino a quando quest’ultima non è stato sostituita dal colonizzazione greca.
Nel 264 a.C. Lipari è alleato con Cartagine e le isole subirono continui attacchi della flotta romana. Nel 252 a.C. Lipari e le isole sono oramai sotto il dominio romano. Lo testimoniano i resti di una villa romana costruita sulla cima inaccessibile dell’isola Basiluzzo, capriccio di un eccentrico romano amante della solitudine e della bellezza dei panorami di Panarea.
Con la caduta dell’Impero Romano, inizia un periodo di declino che aumenta con la dominazione bizantina e si accellera con l’inizio della occupazione araba (827/1061).
 
Con l’arrivo dei Normanni, riparte lo sviluppo economico e demografico delle isole (1340-1544 circa). Nel 1500 gli Arabi cominciano di nuovo ad attaccare le isole (troviamo tracce nella toponomastica della baia e contrada di Drautto, dal nome del pirata Drauth. A causa delle incursioni della pirateria arabo-turca l’isola rimase quasi disabitata; il numero di abitanti, infatti, non ammontava a più di un centinaio.
 
Verso la fine del XVII secolo, i contadini di Lipari ricominciarono a coltivarla (ma senza portare donne e bambini, a causa del rischio di attacchi dei pirati) . E ‘significativo il fatto che al di sopra villaggio preistorico di Cala Junco, si trova il “Castello del Salvamento” (nella toponomastica eoliana, il termine “castello” è un complesso roccioso particolarmente elevato), utilizzato come rifugio provvidenziale dai residenti durante queste incursioni.(Vedi immagine sottostante)
Il

Il “Castieddu” di Panarea- Isole Eolie

Poi, grazie al miglioramento della situazione politica nelle isole, la popolazione di Panarea venne via via aumentando fino a circa 1.000 persone.
Purtroppo, alla fine del 19 ° secolo, è sceso di nuovo a causa dell’emigrazione verso gli Stati Uniti, Sud America e Australia. Infatti gli originari dell’isola all’estero sono ora più numerosi dei residenti sull’isola di Panarea stessa!

Navi e aliscafi per arrivare a Panarea

Alcune stampe di Panarea tratte dal libro (1893) dell'Arciduca Luigi Salvatore d'Austria, reportage del suo viaggio nelle Isole Eolie,